Paestum

A soli 10 km da Agropoli ecco uno dei più importanti siti di interesse storico ed artistico dell’intero Mezzogiorno.

Paestum conquista per il suo passato e per le vestigia perfettamente conservate. L’antica città della Magna Graecia ci consegna quelli che sono templi greci tra i meglio conservati al mondo.

L’area archeologica è circondata da una cinta muraria con quattro porte d’accesso: Porta Sirena, Porta Giustizia, Porta Marina, Porta Aurea.

Al suo interno spiccano le aree del Foro, tempio italico, piscina, agorà, anfiteatro, bouleuterion.

E naturalmente i tre grandi templi di ordine dorico edificati nelle aree santuariali urbane di Paestum e considerati esempi unici dell’architettura magno-greca:

  • Tempio di Era o Basilica di Paestum: un tempio periptero (9×18 colonne) edificato a partire dal 560 a.C. circa. È un tempio di ordine dorico dedicato a Era, sposa di Zeus, dea della fertilità, della vita e della nascita, protettrice del matrimonio e della famiglia. Una delle sue peculiarità è nel fronte enneastilo (di 9 colonne) con la colonna mediana in asse con l’unico colonnato interno;
  • Tempio di Era II o Tempio di Nettuno: è il più grande tra i tre templi di Paestum. È costruito in travertino, con soluzioni stilistiche e architettoniche prossime a quelle della fase classica dell’ordine dorico. Venne eretto verso la metà del V secolo a.C. L’attribuzione cultural è ancora dibattuta tra gli studiosi. Le ipotesi più accreditate lo vogliono dedicato ad Hera, oppure a Zeus o ad Apollo. L’attribuzione a Nettuno fu un errore degli studiosi del XVIII-XIX secolo perché giunsero alla conclusione che il tempio più grande dovesse essere dedicato alla divinità protettrice della città;
  • Tempio di Atena o Tempio di Cerere: edificato intorno al 500 a.C., il tempio è dedicato alla dea dell’artigianato e della guerra. È il più piccolo tra gli edifici templari, realizzato con colonne doriche nel peristilio e ioniche nella cella.

L’area archeologica è completata dal Museo Archeologico Nazionale, che raccoglie una collezione di reperti rinvenuti nelle aree che circoscrivono Paestum e in primo luogo i corredi funebri provenienti dalle necropoli greche e lucane, numerosi vasi, armi e lastre tombali affrescate.

Le più celebri provengono dalla toma del Tuffatore (480-470 a.C.), esempio unico di pittura greca di età classica e della Magna Graecia, raffigurazione simbolica interpretata come la transizione dalla vita al regno dei morti.

Particolarmente importante è anche il Santuario di Hera alla Foce del Sele, antichissimo luogo di culto extramurario dedicato alla dea Hera, che la tradizione mitica vuole fondato dagli Argonauti. Aveva molto probabilmente funzioni emporiche.

Infine ecco la Necropoli del Gaudo, una delle più grandi tra quelle presenti in zona, a circa un chilometro dal sito archeologico. Si estende per 2000 mq e presenta una serie di caratteristiche tali da farla considerare una facies culturale a sé stante.

 

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